In un accesso d'ira ho sbattuto la porta di casa e sono uscita sulle scale, ma ovviamente non potevo andare da nessuna parte.

La quarantena mi priva della possibilità di gesti teatrali.

Avrei voluto andare in terrazza, ma nel buio non trovavo il cacciavite che serve per aprire la porta - la quarantena mi ha insegnato come forzare una serratura.

Cosí mi sono semplicemente accasciata su un gradino, ho fumato una sigaretta in mezzo alla polvere e sono tornara a casa e sono andata a dormire come se nulla fosse.

26.03.2020


Oggi é morto il padre di uno dei miei più cari amici al mondo.


Per la prima volta, in questa quarantena, provo immenso dolore, angoscia e nostalgia.

Giá a febbraio, qui a Barcellona, non si trovavano le mascherine. Me ne sono accorta quando dovevo fare dei lavori nel bagno di casa e me ne serviva una per non respirare la polvere.

Dopo svariati tentativi ne ho trovata una in un ferramenta. Non mi é parso, comunque, un segnale rilevante. Pensavo che stessero tutti delirando.

27.03.2020


Mia madre oggi al telefono mi ha raccontato che, siccome non riusciva a trovare la farina bianca al supermercato vicino a casa, ha dovuto preparare il plum-cake con la farina integrale. Mi ha detto che  il lievito di birra é introvabile.

Io le ho risposto che almeno, qui a Barcellona, é finalmente riapparsa la carta igienica. 


Abbiamo riso.


Avevamo entrambe una voce serena.


Come se si trattasse di una conversazione normale.


In questo periodo assomiglia tutto alle mattine in cui andavo a sciare, una ventina d’anni fa.

Non ne avevo mai nessuna voglia. Cercavo tutte le scuse possibili per restare a casa, ma ero sempre trascinata da qualcuno, dal senso del dovere, dallo spirito di gruppo, da mio padre, dalla scuola.

In assenza di scuse plausibili, dopo un’ incredibile lotta interiore, eccomi a sopportare la scomodità dell’abbigliamento sportivo, la nausea sul pullman, la gente, tutta insieme, l’odore della neve sciolta in mezzo ai tubi di scarico, il dolore ai piedi, il freddo alle mani.

Nel corso della giornata mi scoprivo all’improvviso a pensare che sciare, in fondo, mi piaceva: l’aria fresca di montagna, gli alberi innevati, il calore dei rifugi…

Molto meglio che restare a casa.

Era una consapevolezza labile che cercavo di interiorizzare per evitare la stessa fatica in futuro, senza mai riuscirci.

Ogni volta, l’idea di andare a sciare mi sembrava insopportabilmente faticosa, e ogni volta, a fine giornata, mi scoprivo un’appassionata sciatrice.

In questi giorni la maggior parte delle attivitá mi fa scattare quel meccanismo.

Tutto mi sembra estremamente faticoso, fino a quando mi rendo conto di quanto mi faccia bene parlare con qualcuno, fare lezione, fotografare.

Fino alla volta successiva in cui penso che mi farebbe bene fare qualcosa.


Una volta mia cugina mi ha detto che, in quel periodo della sua vita, tutto le ricordava tutto.

In questo momento della. mia vita niente mi ricorda niente.

10 aprile 2020

Ho sempre coltivato fantasie di fuga - che raramente ho messo in pratica.

Mi ha sempre rassicurata il pensiero che, se una notte non avessi voluto, per qualsiasi motivo, tornare a casa avrei sempre potuto dormire in uno degli alberghi del quartiere.

Non ho mai sentito la reale necessità di farlo, non l’ho mai fatto.

Cosí come non ho mai fatto le valigie, preso il furgone e iniziato a guidare senza una meta, ma ho sempre pensato che avrei sempre potuto farlo, e mi bastava.

Quel “posso sempre…” adesso mi manca, adesso che é proibito per legge.


Mi chiedo se sia vero che solo le persone noiose si annoiano.

Mi chiedo anche se fosse solo presunzione la speranza di avere sufficienti "risorse interiori" per affrontare decine di giorni senza ritmo.

Mi chiedo perché non ho nessuna voglia di affrontare la pila di libri che avevo accantonato alla voce "quando avrò tempo" e invece mi rifugio in letture casuali, o in libri già letti.

Mi chiedo se abbia senso continuare a produrre (immagini, testi, disegni...) in un momento in cui mi sembra che abbiamo tutti molto poco da dire. 

Mi chiedo se abbiano tutti gli sbalzi d'umore che ho io, se siano tutti altrettanto insopportabili, irascibili, emotivi, bipolari, portati al pianto e poi all'improvviso all'entusiasmo immotivato.

Mi chiedo perché abbia sempre sottovalutato i piani a lungo termine.




Foto di archivio, settembre 2019, durante la vendemmia in Austria. 


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